Prata Sannita

 
La chiesa di San Pancrazio, che è dedicata al giovinetto martirizzato a Roma nel 304. Fu costruita ai principi del XVIII secolo. La sua cappella esisteva già dal periodo paleocristiano; è di questo periodo il portale, con decorazioni in bassorilievo e tre piccoli leoni romanici. La Chiesa di Santa Maria delle Grazie è costituita da una sola navata, e conserva, sulla facciata, un portale romanico-gotico in pietra locale con arco a sesto acuto, un rosone in tufo grigio circondato da un fregio Longobardo e un campanile sul lato sinistro. L'interno, danneggiato da cattivi restauri, conserva un Battesimo del Redentore, tempera su legno della fine del XV secolo e una Madonna delle Grazie, olio su tela molto sciupato di un ignoto artista della scuola napoletana del XVII secolo. La Chiesa di S. Francesco edificata per opera del conte Scipione Pandone nel XV secolo, fu posseduta prima dai Frati Minori, poi dai Padri Serviti; infine il convento fu trasformato in un collegio per minori. Di grande interesse è il chiostro del XV secolo con capitelli a fogliami di chiaro stile tardo-gotico; la porta d'ingresso della chiesa è sormontata da una composizione di ceramica raffigurante S.Francesco e S. Domenico, e, all'interno, vi sono due interessanti affreschi del XVI - XVII secolo che rappresentano le SS. Apollonia, Agata e Lucia, e l'Annunciazione; nel refettorio, una bella Ultima Cena, attribuita al Solimena. Il Castello fu edificato per la prima volta nel IX secolo, il castello di Prata fu distrutto nel 1134 e fu interamente ricostruito nel XV secolo, quando il feudo di Prata pervenne ai Pandone che dotarono il Borgo di un muro di cinta a protezione dell'abitato. Il castello ha assunto la sua attuale forma in età angioina, dopo un ampliamento dell'antica struttura longobarda con le caratteristiche torri cilindriche poste su basi tronco coniche, di notevole altezza, che ne rendono evidente la primaria funzione difensiva. Di forma rettangolare, il castello si articola intorno ad un cortile, la cui pavimentazione ricopre una cisterna dove confluiscono le acque piovane. Subito dopo l'arco d'ingresso al borgo, un portone introduce alle rampe d'accesso al castello, costruite in pietra ad ampie gradinate. Il portone d'ingresso si apre su un androne in pietra viva e su una scalinata che separa le due ali del palazzo. Le stanze abitate sono distribuite su tre piani. Il piano terreno ospitava anticamente i locali della servitù; precede il vano delle cantine e, poi, della prigione, che occupa la base della Torre piccola, un vano circolare sulle cui pareti sono incise le emozioni dei prigionieri. I due vani, posti dopo il cortile, mostrano gli accorgimenti difensivi nella costruzione del castello. Nel vano più spazioso dell'ala sinistra sono visibili zone d'intonaco dipinto, la cappa di un camino e finestroni circolari che guardano verso il cortile. Da qui si accede alla torre Nord dove vi sono un affresco con racemi e una piccola Annunciazione. Il secondo vano, al quale si accede mediante una scala ottocentesca in cotto, ripercorre la suddivisione delle stanze del secondo piano; da qui è possibile raggiungere la terrazza posta sulla Torre piccola e ammirare l'intero Borgo fino alle pianure di Venafro e la valle di Pratella.